Usa: accuse di corruzione a Biden

I membri della Commissione per la supervisione della Camera dei rappresentanti Usa sono stati protagonisti di un diverbio, dopo un’audizione da parte di funzionari del Federal Bureau of Investigation (Fbi) riguardo il presunto coinvolgimento del presidente Usa Joe Biden in attività illecite di traffico d’influenze.

Il presidente repubblicano della commissione, James Comer, ha ribadito l’intenzione di avviare un procedimento per oltraggio al Congresso a carico del direttore dell’Fbi, Christopher Wray, per il suo rifiuto di presentare ai parlamentari la documentazione a disposizione dell’Fbi contenente le informazioni sulle presunte attività illecite del presidente.

Secondo Comer, i documenti che l’Fbi rifiuta di condividere sarebbero parte di una indagine attiva a carico del presidente, su cui l’agenzia manterrebbe il riserbo a fini politici. I Democratici, invece, sono dell’avviso opposto, e ritengono che i documenti in questione non contengano concreti elementi incriminanti.

Secondo il repubblicano Comer, “data la serietà e la complessità delle accuse contenute in questo materiale, il Congresso deve indagare più a fondo. Questa storia è solo l’inizio. Sembra che (i documenti) siano parte di una indagine in corso, che suppongo si svolga nel Delaware”, lo Stato di residenza di Biden.

Di avviso opposto il deputato Jamie Raskin, principale esponente democratico della Commissione: secondo il parlamentare, l’Fbi non intenderebbe condividere i documenti relativi al presidente perché ha stabilito che le informazioni ivi contenute non siano sufficienti ad avviare un’indagine. Ciò di cui stiamo parlando sono (resoconti) di una fonte umana confidenziale che riporta conversazioni con terze parti”.

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