I rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico intervengono dopo l’audizione in Commissione parlamentare della presidente Marinella Soldi. «Ora è chiaro: il problema è quello di silenziare le voci fuori dal coro», denunciano.
Ora è chiaro, il problema della maggioranza della Vigilanza Rai e dei vertici dell’azienda è quello di silenziare le voci fuori dal coro. Oggi la giravolta della presidente Soldi ha chiarito che Report e caso Scurati sono le spine nel fianco di chi pensa di controllare la Rai colpendo i dipendenti sgraditi e piegando la commissione di indirizzo ai voleri di questa o quella parte politica». È quanto afferma l’Esecutivo Usigrai in una nota diffusa mercoledì 22 maggio 2024, giorno dell’audizione in Commissione parlamentare del vertice Rai.
«Accusare Ranucci di aver omesso al pubblico una mail del Mit, che secondo Report non è mai arrivata, e accusare Serena Bortone di aver mentito ai vertici Rai sul caso Scurati è metodo inaccettabile da rispedire ai mittenti», proseguono i rappresentanti dei giornalisti del servizio pubblico.
«Report e la sua squadra – incalza l’Usigrai – hanno il merito di aver sempre tenuto fede al patto con il pubblico di fare inchieste al solo esclusivo servizio di cittadine e cittadini, cosa che evidentemente dà fastidio ad alcuni ma che per milioni di utenti del Servizio Pubblico è indice di credibilità e affidabilità. Sul Caso Scurati, invece, che qualcuno menta è sicuro, ma non è Serena Bortone. Dopo le diverse versioni fornite dall’ad della Rai, Roberto Sergio, abbiamo assistito oggi al dietrofront della presidente Rai Marinella Soldi che in Vigilanza ha smentito le sue stesse dichiarazioni sulla vicenda».
Conclude il sindacato: «Il fatto che la collega Bortone, dipendente Rai, tenga fermo Il vincolo di riservatezza aziendale astenendosi dal replicare con documenti alle affermazioni false intorno alla vicenda Scurati non è ragione perché altri mentano per nascondere la gravità del caso. È evidente che di fronte al persistere della campagna diffamatoria nei confronti di Bortone, saremo pronti a ribattere con documenti che al bisogno valuteremo di esibire».