Vaccino Covid, Barbaro al GdI: “Nello studio di Federico (ISS) confermate reazioni avverse come malattie autoimmuni, tumori come il melanoma e miocarditi”

Il dott. Giuseppe Barbaro è dirigente medico ospedaliero specialista in medicina interna e in cardiologia. È il Responsabile del Servizio di Cardiologia ed Ecocardiografia presso un importante ospedale di Roma. Il dottore è stato intervistato da Il Giornale d’Italia per commentare il recente studio del dottor Maurizio Federico sul vaccino Covid.

“Lo studio di Maurizio Federico, peraltro finanziato dal Ministero della salute, mette in risalto le criticità dei profarmaci genici anti Covid-19, che erano state già riportate da EMA nel suo report di settembre 2022 e nella ultima revisione della scheda tecnica del profarmaco nel 2023. In alcune categorie di pazienti, in particolare i fragili, mancava una definita documentazione clinica, in quanto tali pazienti erano stati esclusi nello studio pre-autorizzazione condizionata. In questa categoria sono da includere i pazienti affetti da immunodepressione, quelli affetti da malattie autoimmuni, i pazienti pediatrici, le donne in stato di gravidanza e in allattamento e i pazienti guariti dall’infezione naturale (rischio di fenomeno ADE)”.

“La somministrazione ripetuta di profarmaco genico determina una progressiva alterazione dello stato immunitario del soggetto (rilevabile mediante il pannello MIT e/o l’incremento delle IgG4) che si associa a riattivazione di infezioni endogene (es. herpesvirus) e/o a insorgenza o riattivazione di malattie autoimmuni. Vi è, inoltre, una ridotta sorveglianza immunologica nei confronti di forme tumorali che si associano a infezioni riattivate (es. EBV e malattie linfoproliferative) oltre all’oncogenicità legata a eccipienti stabilizzanti le nanoparticelle lipidiche non di uso umano (ALC 159 e ALC 315) e la genotossicità del profarmaco genico (l’mRNA modificato è più stabile ma più tossico potendosi retrotrascrivere e facilitare la progressione di alcune forme tumorali, come il melanoma, la spike inibisce la riparazione del DNA cellulare, il DNA plasmidico in eccesso può integrarsi nel DNA cellulare ed è portatore di un promotore oncogeno, l’SV40 che inibisce un gene oncosoppressore, il p-53, la spike può inibire anche un altro gene oncosoppressore il BRCA1, legato all’insorgere dei tumori della mammella e della prostata)”.

“Sulla base di tutte queste evidenze scientifiche, è necessaria una accurata revisione della vaccinazione a tecnologia a mRNA (che va ampiamente riconsiderata anche in altri settori terapeutici) e una attenta valutazione del rapporto rischio/beneficio, specialmente in quella categoria di pazienti, come i fragili, per i quali manca idonea documentazione, in aperta violazione degli art.13 e 45 (farmaci genici) del codice deontologico. Inoltre, è da definire il rapporto rischio/beneficio nei soggetti giovani e sani (dove a fronte di un rischio di mortalità per Civid inferiore all’1%), vi è un rischio di 3-5 volte di miocardite (con una mortalità dal 5 al 9%) e nei soggetti guariti con immunità naturale neutralizzante. In tale categoria di pazienti, infatti, si è concentrato il 90% degli eventi avversi, che si sarebbero potuti evitare mediante un’accurata anamnesi e la valutazione individuale della storia clinica anche mediante indagini pre-vaccinali (che adesso vengono consigliate dopo la vaccinazione), sulla base delle quali si sarebbe potuto definire il rischio probabilistico di eventi avversi (che secondo un recente studio italiano su JCM sono sottostimati di circa 1000 volte in farmacovigilanza passiva) ed evitare l’insorgere di gravi disabilità o addirittura il decesso del paziente”.

Il Dott. Giuseppe Barbaro è specialista in Medicina Interna e in Cardiologia. È specializzato nello studio delle complicanze cardiovascolari associate a malattie virali (es. HIV) ed alle complicanze della terapia antiretrovirale (HAART). Inoltre, è specializzato nella valutazione di marker di adiposità viscerale cardiaca, mediante la determinazione ecocardiografica dello spessore del tessuto adiposo epicardico nei soggetti con lipodistrofia da farmaci antiretrovirali e in quelli affetti da obesità e sindrome metabolica. È autore di più di 200 pubblicazioni scientifiche e di quattro libri sulle complicanze cardiovascolari della malattia da HIV.

L’intervista è stata rilasciata a titolo personale.

Tratto da www.ilgiornaleditalia.it

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