A cent’anni dalla morte dello statista russo, il romanzo “L’ultimo viaggio di Lenin” del nuorese Francesco Pala immerge il lettore in una storia originale e visionaria che racconta il tentativo compiuto da un manipolo di persone di eternare l’ideologia socialista, mantenendola pura e incorrotta, con il trafugamento del corpo di Lenin e la fondazione della Repubblica popolare di Leninesia.
L’opera, vincitrice del Premio letterario Neri Pozza, inaugurerà la dodicesima edizione del festival Éntula venerdì 9 febbraio a Sassari, nella sede della Fondazione di Sardegna. Con l’autore, a partire dalle 18, dialogherà Alessandro De Roma.
L’incontro è realizzato in collaborazione con Neri Pozza, la libreria Koinè Ubik di Sassari, lo Studio Massaiu e Florgarden.
Francesco Pala, nato a Nuoro nel 1973, professore di Filosofia e Storia, è stato direttore responsabile della rivista «Giornale critico di storia delle idee». Studioso del pensiero postmoderno, ha pubblicato saggi dedicati a G.Deleuze, F. Nietzsche, B.Spinoza e PP. Pasolini.
Il romanzo
Autunno 1942, Siberia. Il sergente Dorotov ha pianificato il viaggio in ogni dettaglio. L’automezzo, un camion di fabbricazione sovietica ZIS-6, abbandonato dall’Armata Rossa per una falla nel radiatore, partirà da Tjumen’ e attraverserà una serie di centri urbani per sottrarsi alle insidie delle campagne che potrebbero celare agenti della controrivoluzione. In ogni città dovrebbe esserci un manipolo di uomini scelti, pronto a contenere i rischi. L’uso della violenza non è stato escluso a priori. Lo scopo, uno solo: sottrarre al controllo delle autorità sovietiche il corpo imbalsamato di Vladimir Il’ič Ul’janov, anche noto come Lenin, che è stato spostato in fretta e furia dalla capitale minacciata dall’invasione nazista. Insieme al sergente Dorotov ci sono il soldato semplice Antonov, reduce da una lobotomia per aver notato una certa mobilità nel venerabile cadavere, e Olga, una donna dagli occhi verdi e ostinati che sembrano suggerire a chi le sta intorno l’urgenza di un matrimonio per spegnere quell’impudenza nel suo sguardo. Dietro di loro, l’impetuosa avanzata della quarta armata corazzata tedesca del generale Hoth. Alla fine del percorso, sulla mappa, una sola scritta: Itinerarium mentis in Lenin. È così che l’ascetica determinazione del sergente Dorotov conduce i suoi compagni in un pellegrinaggio fisico e mentale attraverso la Grande Russia, un’avventura del pensiero alla ricerca della moralità incorrotta, della totale integrità ideologica, dell’assenza dei guasti che hanno rovinato il socialismo. In altre parole, di un mondo utopico e perfetto. Uno in cui nemmeno la morte esista più. La Repubblica popolare di Leninesia.