Il settore elettrico, con i 1.500 lavoratori di Enel in Sardegna, si ferma venerdì 8 marzo per lo sciopero nazionale indetto da Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil.
Tre gli appuntamenti della mobilitazione nell’Isola: a Cagliari manifestazione regionale a partire dalle 9, davanti alla sede della società in piazza Amendola, a Sassari e Olbia due presidi rispettivamente in via Carlo Felice 35 e in viale Aldo Moro 51.
“Non è accettabile il tentativo di Enel di esternalizzare attività strategiche e tagliare gli investimenti per la transizione energetica mettendo a rischio i lavoratori diretti e degli appalti”, spiegano i segretari regionali Francesco Garau (Filctem), Gianrico Cuboni (Flaei) e Pierluigi Loi (Uiltec), sottolineando che “al centro della protesta c’è il tentativo di disimpegno da parte di Enel verso le attuali concessioni, nella distribuzione, nella produzione termoelettrica, idroelettrica e geotermica”.
Le motivazioni dello sciopero nazionale sono molto forti in Sardegna, dove la questione energetica è del tutto insoluta e le scelte di un’azienda come Enel rischiano di ripercuotersi negativamente su tutto il sistema.
Non a caso, fra le rivendicazioni dei sindacati c’è la necessità di dare una prospettiva alla fase di decarbonizzazione, in vista della chiusura delle centrali termoelettriche, dove l’occupazione va preservata con nuove iniziative industriali.
Filctem, Flaei e Uiltec sottolineano l’importanza dei processi di transizione che vanno però accompagnati da progetti industriali che vadano nella giusta direzione: fra le richieste, il mantenimento delle concessione idroelettriche, gli investimenti sulla produzione di energia green, uno sviluppo sostenibile delle rinnovabili, la realizzazione di reti di distribuzione innovative e il rafforzamento dei punti Enel per i servizi ai cittadini.