Sciopero generale nel Sulcis lunedì 23 con una manifestazione e corteo dall’area industriale di Portovesme alla cittadina di Portoscuso.
“La decisione della Glencore di fermare la linea zinco era nell’aria, la si respirava da tempo; tuttavia nel momento in cui è arrivata, questa, mette ognuno davanti alle proprie responsabilità. Il sindacato tutto, da quando è avvenuta la comunicazione si è adoperato affinché vi fosse una unità di intenti che andasse in una sola direzione: far modificare la posizione della Glencore, ossia non mettere in discussione le produzioni di zinco, mai in crisi nel mercato”, inizia così il comunicato inviato alla stampa da parte delle organizzazioni sindacali.
“Da quella comunicazione avvenuta il 5 settembre, infatti, ci sono state una serie di iniziative tendenti a mettere in evidenza la poca serietà e affidabilità della multinazionale: il giorno dopo sono state proclamate 24h di sciopero, poi abbiamo incontrato la Presidente della regione, assessori, commissioni regionali, capigruppo regionali, sindaci e consiglieri, parlamentari sardi, i ministeri del Lavoro e del Made in Italy, i segretari nazionali di Cgil, Cisl e Uil, la Diocesi è stata costantemente al nostro fianco, la politica ad ogni livello, che fosse di maggioranza o opposizione ha dichiarato contrarietà alla scelta della Glencore; così come le TV, attraverso le testate giornalistiche, la carta stampata sono state presenti e hanno riportato costantemente e fedelmente le difficoltà e i rischi esistenti. Tanti sono stati gli attestati di solidarietà che ci sono giunti da diverse realtà e che ci hanno fatto capire che la strada intrapresa, a tutela delle produzioni e dell’occupazione sia a Portovesme che a San Gavino, era quella giusta”, scrivono le segreterie di Cgil, Cisl e Uil.
Ma è il momento del salto di qualità, che deve imprescindibilmente partire da noi, da ciascuna lavoratrice o lavoratore della Glencore o delle realtà collegate. Deve diventare la vertenza del polo industriale di Portovesme e di San Gavino, dei territori, che ospitano le fabbriche, dell’intera regione, ma anche del Paese Italia, che non può continuare a permettere alle multinazionali di turno, di sfruttare leggi e territori a loro convenienza, per poi abbandonare tutto, per inseguire maggiori profitti. Ma perché questo avvenga nessuno di noi si deve sentire escluso da questo processo, che coinvolge ed interessa tutti, ognuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo, in termini di partecipazione e non solo”, incalzano i sindacati.
“Per questo chiediamo a tutte le lavoratrici ed i lavoratori, che a partire dalla giornata di lunedì 23 in sciopero diventi la giornata di partecipazione totale, perché dalla fabbrica deve partire il fortissimo segnale che non abbiamo nessuna intenzione di rassegnarci alle decisioni prese da Glencore”…”I governi a tutti i livelli facciano la loro parte, l’incontro previsto il 24 settembre al MIMIT, sia l’avvio di un tavolo permanente, che abbia solo l’obiettivo mantenere le produzioni, garantire l’occupazione attraverso il Lavoro, escludendo il rischio di licenziamenti o il ricorso ad ammortizzatori sociali, i quali sarebbero l’anticamera del licenziamento, come l’esperienza vissuta in realtà molto vicine, ci insegna”, conclude la nota del Sindacato.