Vignetta su Bibi, Guardian silura sua storica matita

“Licenziato” per una vignetta estremamente caustica su Benyamin Netanyahu dopo la rappresaglia lanciata da Israele sulla Striscia di Gaza palestinese in risposta al sanguinoso attacco di Hamas del 7 ottobre.

E’ quanto è capitato nel Regno Unito a Steve Bell, 72 enne storica matita del Guardian, stando a ciò che egli stesso denuncia: accusando il giornale progressista britannico di averlo di fatto messo alla porta in base a “un falso” sospetto di “antisemitismo”.

Il Guardian nega, sostenendo che in effetti il contratto di Bell sarebbe “scaduto” dopo “40 anni di lavoro” e pubblicazioni assai apprezzate.

Ma la sostanza non cambia nell’interpretazione di altre testate dell’isola, che fin dal weekend stanno dando notevole rilievo all’accaduto.

La vignetta ritrae il premier israeliano con i guantoni da boxe mentre si disegna una mappa di Gaza sul ventre e intima ai residenti della Striscia intrappolati di andarsene “ora”: con una formula che richiama il “fuori i secondi” del pugilato.

Il disegno è stato criticato nei giorni scorsi in particolare da esponenti politici del Partito Conservatore, che già in passato avevano sollevato sospetti su alcune vignette di Bell, in particolare su Israele, evocando presunti accenti antisemiti; mentre c’è chi ne ha interpretato le fattezze attribuite a Netanyahu, a iniziare dai lineamenti del naso, come un riferimento subliminale al Mercante di Venezia di William Shakespeare e ai pregiudizi anti ebraici dell’epoca.

Accusa che peraltro il vignettista ha rigettato seccamente come “falsa” e del tutto priva di appigli rispetto al suo soggetto. Osservando che rifarsi in qualsiasi modo al Mercante di Venezia sarebbe stato fuori tema e precisando di essersi ispirato viceversa a una celebre vignetta americana di denuncia della guerra in Vietnam: nella quale l’allora presidente, Lyndon Johnson, venne ritratto proprio con i guantoni e la mappa del Paese asiatico disegnata su di lui.

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