Vita e morte d’autore nella singolare rassegna “Pellicole dell’Aldilà MMXXIV”

Al via al Cinema Greenwich d’Essai di Cagliari (via Sassari, 67) la rassegna “Pellicole dell’Aldilà MMXXIV” organizzata dalla Società per la Cremazione di Cagliari APS in coprogettazione con il CSV Sardegna e con il patrocinio della FIC (Federazione Italiana Cremazione).

Dal 22 ottobre al 26 novembre, ogni martedì alle ore 18.30, lo spazio del Greenwich ospiterà la proiezione di film che affrontano la morte da diverse prospettive: dalla ritualità funebre all’adolescenza, dalla malattia alla crescita personale, dagli elogi alla famiglia e al ruolo delle donne. Un viaggio cinematografico attraverso generi e stili diversi che si propone come un’occasione unica per esplorare il tema della morte in modo aperto e costruttivo, attraverso il potere del cinema e il dialogo. Ogni proiezione infatti sarà seguita da un dibattito aperto col pubblico avvalendosi della partecipazione di esperti che offriranno spunti di riflessione sulle tematiche del film della serata.

Partenza il 22 ottobre con “Departures” di Yojiro Takita che narra le vicissitudini di Daigo, giovane uomo senza lavoro e senza prospettive dopo lo scioglimento dell’orchestra in cui suonava. Con la moglie decide quindi di tornare in provincia ed abitare nella casa della madre, morta da poco tempo. Cerca un nuovo impiego e attirato da un annuncio di quella che egli crede un’agenzia di viaggio, si reca al colloquio. Viene assunto immediatamente e il salario è ottimo, solo che l’agenzia tratta una tipologia particolare di viaggio, l’ultimo. E così Daigo diventa, quasi senza volerlo, un nokanshi, un maestro che cura la salma prima del rito funebre.

Secondo appuntamento da segnare in agenda martedì 29 ottobre con il film di Uberto Pasolini “Still Life” vincitore del premio per la miglior regia nella sezione Orizzonti di Venezia 2013. L’opera racconta la storia di John May, un impiegato del Comune che si occupa dei morti senza famiglia. Entra nelle loro case, ne raccoglie gli oggetti e le fotografie, nella speranza di rintracciare un parente o un amico per informarlo e invitarlo al funerale. A volte ricostruisce la loro vita attraverso i pochi frammenti raccolti, per garantire loro almeno un elogio funebre non troppo anonimo. Poi, all’improvviso, May viene licenziato a causa di un taglio dei costi. Ottiene però di poter seguire l’ultimo caso, che aprirà per lui e la sua vita un orizzonte sorprendente e inaspettato.

Film di animazione in sala martedì 5 novembre con “Coco” diretto da Lee Unkrich e co-diretto da Adrian Molina. Qui si narra la vicenda di un ragazzino messicano di nome Miguel che viene accidentalmente trasportato nel mondo dei defunti, dove cerca l’aiuto del suo trisavolo musicista per ritornare nella terra dei vivi e per riuscire a convincere la sua famiglia ad accettare la sua passione per la musica. Il concetto di Coco si ispira alla festività messicana nota come il Dìa de Los Muertos. È un film coinvolgente ed emozionante che, attraverso un viaggio all’interno della cultura messicana, parla della perdita e del valore della famiglia. Insegna a scegliere e a inseguire i propri sogni, sottolineando l’importanza del sostegno dei nostri cari.

La rassegna prosegue martedì 12 novembre con “Harold e Maude” diretto da Hal Ashby. Al centro della storia una coppia originale animata da due protagonisti davvero singolari. Lui, Harold, è stanco della vita, pensa continuamente al suicidio e frequenta i funerali. Lei, Maude, ama la velocità, si fa beffe dei rituali borghesi ed ama invece molto la vita. I due si innamorano e fin qui niente di strano, solo che Harold ha diciotto anni e Maude ne ha settantanove. Quando lui annuncia che vuole sposarla la famiglia impazzisce. Maude però risolve ogni problema: ancor prima di conoscere il ragazzo, aveva deciso che al suo ottantesimo compleanno avrebbe messo fine alla sua vita e ora ha una ragione di più per farlo. In compenso, lascia tutta la sua energia vitale in eredità a Harold.

Martedì 19 novembre poi, grande omaggio a Ingmar Bergman con la proiezione di “Sussurri e grida”. Il film ci presenta Agnese che sta morendo di un male incurabile e per l’occasione è accudita dalle sue due sorelle, Karin e Maria e dalla governante Anna. La sofferenza di Agnese metterà a nudo i problemi che esistono all’interno della famiglia. Bergman affronta il tema della morte, ponendo sullo sfondo una famiglia benestante e un paesaggio ameno, esplicitando il conflitto tra Karin e Maria entrambe imprigionate dalle reti di un sistema borghese dove ogni valore perde senso, come la femminilità e il matrimonio, dove i sentimenti si vendono alle convenzioni e dove una cieca e inconfessabile fragilità etica impedisce qualsiasi confronto con il diverso e con il trascendente.

La rassegna si chiude martedì 26 novembre con “L’amore che resta” di Gus Van Sant che vede protagonista una coppia di sedicenni. La giovane Annabel Cotton è animata da un’eccezionale amore per la vita e la natura, nonostante sia affetta da un cancro che ha drammaticamente segnato il suo destino. Ad un funerale, Annabel conosce Enoch Brae, un coetaneo che dopo la morte dei genitori ha invece perso ogni interesse – a parte frequentare cerimonie funebri – e che come unico amico ha il fantasma di un kamikaze giapponese della II Guerra Mondiale. Il loro incontro sfocerà in una delicata storia d’amore ed Enoch farà di tutto per rendere gli ultimi giorni di Annabel tanto intensi da esorcizzare la morte e cercare di sconfiggere l’amaro destino. Fra una discreta citazione di Shakespeare (Romeo e Giulietta) e una di Truffaut (Jules e Jim), Van Sant ci conduce all’inevitabile conclusione. Un piccolo, grande film che riconcilia col cinema, di una leggerezza ammirevole e appagante. Coraggiosamente sentimentale e commovente.

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