Vive legato e con casco in testa, Todde: “Non saremo inerti”

Da oltre 17 anni vive con le mani legate e con un casco sulla testa, con una griglia sul viso per impedirgli di raggiungere la bocca, che ricorda quella del cannibale Hannibal Lecter nel film ‘Il Silenzio degli innocenti’.

Affetto da picacismo, disturbo mentale che lo spinge a ingerire qualsiasi cosa si trovi davanti, anche non commestibili, il paziente, Bruno, è ospite di una struttura dell’Aias a Cortoghiana, a Carbonia, nel Sud Sardegna.

Il suo caso era già stato denunciato su un quotidiano sardo il primo dicembre 2020, sotto la direzione di Simone Spiga e poi rilanciato nell’aprile 2023 dalla Garante regionale per i diritti delle persone private della libertà personale, Irene Testa.

Ora per Bruno qualche giorno fa è stato lanciato un nuovo appello perché gli venga assegnata un’assistenza continua che consenta di non tenerlo legato. “Ho gia’ parlato del caso con l’assessore alla Sanità”, interviene la presidente della Regione, Alessandra Todde, interpellata sulla situazione di Bruno oggi a ‘L’Attimo Fuggente’ condotto da Luca Telese e Giuliano Guida Bardi sulla FM di Giornale Radio. “Presto ci incontreremo con Irene Testa.

Sono sicura che, insieme, troveremo il percorso piu’ idoneo per Bruno e per tutti i malati che vivono condizioni analoghe. Non staremo inerti, sono disponibile a confrontarci nuovamente anche tra qualche settimana per capire che cosa abbiamo fatto”. “Va cambiato il suo piano ‘terapeutico’”, aveva chiesto Testa un anno fa, dopo una visita a Bruno. “Non posso accettare che una persona malata venga sottoposta a un trattamento che appare piu’ vicino al concetto di tortura che a quello di cura”.

Exit mobile version