Il 14 gennaio 1925 nasceva Yukio Mishima al secolo Kimitake Hiraoka. A cent’anni dalla nascita di Yukio Mishima, è il momento di raccontare l’enigmatica figura di uno degli autori più controversi e affascinanti del Giappone contemporaneo.
Artista eclettico il cui «estetismo classicheggiante» abbracciava le cupe atmosfere del romanzo russo e di Dostoevskij in particolare, concepì la scrittura come una missione nella quale espose i contrasti tra il vecchio e il nuovo Giappone. Interessato a capire le cause dell’alienazione della vita moderna, fondò l’associazione degli scudi, gruppo paramilitare della destra nazionalista che predicava la necessità di educare i giovani disorientati dall’occidentalismo dilagante, a una vita spartana.
A cento anni dalla nascita esce “Infinito samurai”, una raccolta che affronta anche l’impatto della politica e dell’identità giapponese sull’opera di Mishima, analizzando romanzi come Il Padiglione d’oro, Confessioni di una Maschera, Patriottismo, La difesa della cultura e Lezioni spirituali per giovani samurai, approfondendo le influenze culturali, filosofiche e autobiografiche che permeano la sua produzione letteraria.