Zanoncelli: “Responsabilità ucraine per morte di Andrea Rocchelli restano chiare”

“Mi addolora molto pensare che nonostante (noi magistrati, ndr) abbiamo ricostruito quanto è accaduto il 24 maggio 2014 ad Andrea Rocchelli e abbiamo accertato le responsabilità (per la sua uccisione, ndr), nell’opinione pubblica è passata l’idea di una vicenda processuale risolta con l’assoluzione piena (degli accusati)”.

Questo è il cruccio del sostituto procuratore di Pavia, Andrea Zanoncelli, che ha rappresentato la pubblica accusa nel processo di primo grado celebrato a Pavia nel 2018 e concluso nel 2021 con la condanna a 24 anni dell’imputato (allora detenuto in Italia) in concorso con altri. Poi, nei successivi gradi di giudizio, quella condanna fu annullata per un vizio di forma che ha reso inutilizzabili le prove. Ma i fatti e le responsabilità erano e rimangono chiare.

È la prima volta che Andrea Zanoncelli lo dice pubblicamente. Ha scelto di farlo il 24 maggio 2023, in occasione del nono anniversario dell’uccisione del fotoreporter pavese (vedi il servizio), intervenendo a Pavia al ciclo di conferenze dal titolo “Andy Rocchelli. Dar voce a chi non ha voce”,

Riguardo al contributo delle istituzioni ucraine all’accertamento delle responsabilità, Andrea Zanoncelli ha detto: “Non credo che potesse essere raggiunto un livello di insabbiamento superiore. Abbiamo avuto difficoltà persino a ricevere i risultati dell’autopsia fatta sul corpo di Andrea Rocchelli. Ci è stata consegnata solo molti mesi dopo la sua morte. Oggi si parla dell’Ucraina candidata a entrare nell’Unione Europea, ma i Trattati sono molto chiari: i candidati devono rispettare i diritti umani e quanto avvenuto con Andy non è ciò che può succedere”.

Il pm ha espresso amarezza anche riguardo la narrazione della vicenda processuale fatta dai media italiani: “In Italia è passata l’idea che l’imputato sia stato assolto per non aver commesso il fatto, che le cose siano andate diversamente. Invece in tutti e tre i gradi di giudizio è stata riconosciuta la responsabilità ucraina. La fragile assoluzione è arrivata per un vizio di forma. L’imputato e i suoi superiori oggi in patria sono celebrati come eroi. E in Italia la nostra ricerca della verità e della giustizia non si ferma”.

Molte le domande del pubblico, più di una ha riguardato il silenzio delle istituzioni italiane sulla vicenda di Andy Rocchelli.

Alle due conferenze del mattino, al liceo “Copernico”, hanno partecipato quattrocento studenti. Alla conferenza della sera, nell’aula magna del collegio “Cairoli”, erano presenti oltre cento persone. A organizzare l’evento Costantino Leanti, educatore. Come relatori, oltre al pm Zanoncelli, sono intervenuti gli amici di Andy dell’associazione Volpi Scapigliate e i colleghi del collettivo fotografico “Cesura”. Le conferenze sono state moderate da Giacomo Bertoni, giornalista, inviato di Ossigeno alle udienze del processo che si è svolto tra Pavia e Milano dal 2018 al 2021.

Gli amici e i colleghi di Andy hanno ricordato l’intraprendenza del giovane fotoreporter: “Era curioso, guardava il mondo, ascoltava le storie e le fotografava. Per lui raccontare la realtà era un bisogno insopprimibile”.

Come ricordato durante le conferenze, chi desidera approfondire la vicenda può leggere gratuitamente il dossier “Guerre, giornalisti uccisi e impunità” (sfoglia qui), realizzato da Ossigeno per l’informazione, l’unica testata giornalistica italiana che ha seguito e resocontato ogni udienza del processo di Pavia. GB

Vedi anche il documentario “Ciao Andy, un abbraccio da Pavia

Leggi la storia di Andy su Ossigeno – Cercavano la verità

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