Zerocalcare fa 40, ‘il lavoro va bene, il resto è un macello’

A Più Libri più Liberi con ‘Enciclopedia Calcarea’, Zerocalcare, che con i suoi famosi firmacopie da anni registra le file più lunghe alla fiera della piccola e media editoria, ha visto un pubblico boom all’Auditorium della fiera alla Nuvola dell’Eur a Roma dove il 9 dicembre con Serena Dandini ha parlato della sua ultima opera, pubblicata come sempre da Bao Publishing.

Un’Enciclopedia in cui vengono raccontati i retroscena che hanno portato alla creazione e alla definizione dei caratteri di quasi tutti i protagonisti dei suoi fumetti.

E il 12 dicembre , Zerocalcare festeggerà anche i suoi 40 anni.

Quarant’ anni. È la famosa età in cui si fa il punto della situazione, i bilanci? chiede Dandini. “Se lo sapevo non venivo” risponde Zerocalcare. “Adesso mi sento ingeneroso verso le persone che mi stanno vicino. Sono mediamente risolto dal punto di vista del lavoro, non è più immaginabile che finisca la vita sotto i ponti. Il problema è che tutto il resto è un macello.

Uno si butta nel lavoro, così non ci pensa e invece peggiora tutto. Tutti hanno figliato, anche Secco”.

E la calcarea, un’Enciclopedia dove c’è tutto il mondo di Zerocalcare, a chi è rivolta? Speri che nessuno ti chieda più ‘ma il Secco esiste’? “È rivolta a tutti quelli che rosicavano.

È la raccolta ragionata di quei fascicoli usciti in edicola con i pupazzi. Per non fare ricomprare il pupazzo per forza c’è questa cosa. È rivolta a chi la vuole” dice il fumettista tra risate e applausi.

E quando Dandini riprende la domanda che gli fanno tutti: ‘qual è il personaggio in cui ti riconosci’, Zero la rigira a lei che risponde: naturalmente Lady Cocca, personaggio strepitoso che però ha una educazione rigida, tosta, poi è diventata un’asociale. “Già che non sono diventato nazista è una vittoria, perché poi i figli dei compagni diventano nazisti.

Sono cresciuto con un miliardo di contraddizioni e complessi. È super complicato” spiega Zerocalcare.

Ti senti ancora in colpa perché hai successo? “Sì, non è che mi sento in colpa, perché non ho fatto niente a nessuno, però è ovvio che se ci stanno amici miei che sono centomila volte più generosi di me, più fighi di me, più colti di me e che stanno a fare l’inventario al supermercato, mi fa sentire parte di un meccanismo un po’ di ingiustizia” dice.

Per questo fai ore di firmacopie, il record è di 13 ore di fila”, lo incalza Dandini tra una battuta e l’altra. E poi guarda il tatuaggio ‘Tutto passa’. “Non è che tutto passa vale solo per le cose brutte. Salomone diceva tutto questo passerà, ma vale anche per le cose belle e quindi non gioire perché pure quelle finiscono a breve” risponde Zerocalcare.

Gli insulti più gettonati? “Tutti”. E tu hai detto che tieni “molto più conto del giudizio del commesso del supermercato che del critico del giornale”. “Quando esce un’intervista brutta che mi sembra oltre o che è stata interpretata male io per tre mesi vado a fare la spesa in un altro quartiere. Non ho il coraggio di affrontare lo sguardo” risponde Zerocalcare.

“Non si può non parlare di Roma, tua grande ispiratrice”, sottolinea ancora Dandini. “Il fatto è che a Roma non ti puoi mai prendere troppo sul serio, perché intorno hai un mondo pronto a darti dell’idiota e questo ti porta a fare ironia su te stesso. È come un modo di mettere le mani avanti per evitare che siano gli altri prenderti per il culo”.

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